Archivio della Categoria 'Cile'

Il viaggio continua

Lunedì 26 Novembre 2007

Oggi sono un po triste…le partenze mettono sempre tristezza.
Vi scrivo dall’aeroporto di Santiago, sorseggiando l’ennesimo nescafe’ Sealed.
Si dice che il viaggio non finisca mai, solo i viaggiatori finiscono. Io credo che ognuno a modo suo continua il suo percorso, che non e’ necessariamente legato a un biglietto aereo, a un ostello o a un nome esotico. Io ho scelto di viaggiare lontano da casa, e per adesso non mi pento della scelta, anzi…mentre scrivo c’e’ qualcun altro che sta gia’ pensando alle lasagne e alle polpettine al sugo che gli tocchera’ mangiare per i prossimi giorni…in fondo non e’ male l’aria di casa…o no?
Oggi comunque e’ davvero un giorno importante: comincia la seconda parte del mio viaggio, vado in Oceania, il continente che ho sempre sognato visitare, il piu’ lontano di tutti, e forse per questo il piu’ affascinante.
Prima tappa Auckland: arrivero’ dopo 13 lunghe ore di volo, e per il gioco del fuso orario viaggero’ avanti nel tempo di 16 ore…non male vero? Da li’ una volta ripresomi dal jet-lag iniziero’ l’avventura…un mese a zonzo nella terra dei kiwi!!!
Per il resto niente da segnalare, a parte lo zaino che ogni volta sembra piu’ piccolo e piu’ pesante…
See you soon gente!!!

PS: mucha suerte amigo, que te vaya bien! anzi…super bien!!!

La mia settimana a Rapa Nui

Martedì 20 Novembre 2007

Il 767 di LAN si alza imponente dalla pista dell’aeroporto Mataveri di Hanga Roa, e in men che non si dica si puo’ vedere tutta l’isola, nuvolette comprese: cosi’ piccola e cosi’ preziosa…
L’isola di Pasqua, o Rapa Nui come la chiamano i locali, e’ una perla nel mezzo del niente…un luogo veramente fuori dal tempo…e dal mondo! Basti pensare che per arrivarci bisogna passare o per Santiago o per Tahiti, alternative non ce ne sono.
Prima di partire pensavo che una settimana fosse troppo, in effetti che si fa su un isolotto di appena 160 kmq cosi’ tanto tempo? semplice: ci si riposa e si impara ad ascoltare i suoni della natura.
Quei giganti di pietra, i moai, scolpiti nella roccia del vulcano Rano Raraku appartengono all’immaginario collettivo di tutti coloro che per un momento hanno sentito nominare l’isola, e rappresentano ancora oggi un mistero che affascina gli studiosi e i turisti. Guardarli da vicino ti mette soggezione, ti senti davvero piccolo. Loro sono li’ da secoli, sotto acqua, pioggia, vento, sole…sono sopravvissuti alle guerre tribali e ai colonizzatori europei, agli tsunami e ai turisti distratti che per anni li hanno cavalcati come se fossero giostre. In realta’ rappresentano le statue degli antenati, capi tribu e personalita’ importanti della comunita’, erette a protezione del villaggio. Ce ne sono circa 900 in tutta l’isola, e tanti si trovano ancora nella cava del Rano Raraku, incompleti o di guardia alla montagna sacra.
Il sentiero che ascende alla vetta e’ piuttosto facile, ma la vista sulla valle e’ esagerata: si sente solo il sibillio del vento che fischia in mezzo alle tante sentinelle di pietra che rendono cosi’ particolare il cammino…e il verde…beh…avete presente Lost?ecco, quel tipo di verde!
Mi sono concesso anche il lusso di un bagno nell’oceano: l’isola ha due spiagge molto belle, Anakena e Ovahe, piccoli paradisi dalla spiaggia bianca e fina, col le palme da cocco i moai e l’acqua super turchese…impossibile resistere alla tentazione di tuffarsi per riemergere guardando un moai!!!
Cosi tra moai, spiaggia, souvenir (non ho resistito al timbro sul passaporto Embarassed), qualche partita a ping pong in ostello, e la mattutina pioggia tropicale, il tempo e’ volato.
Divertentissima l’ultima serata dove ho tenuto classe di italiano a tutto l’ostello, insegnando i rudimenti fondamentali a un pubblico di cileni, brasiliani e giapponesi…quindi se sei una donzella e un tipo con gli occhi a mandorla ti fa richieste strane nei pressi del colosseo, prima di chiamare la buoncostume domandagli il nome del suo proff di italiano Tongue out !!!

Barba e capelli

Martedì 23 Ottobre 2007

Bastano 20 giorni per sentirsi un po santiaguino? yo creo que si…
Santiago e’ una citta molto diversa da Buenos Aires: le strade pulite, la metropolitana immacolata, pochi venditori ambulanti e un sacco di mall grandi-marche. La grandeur economica non rispecchia tuttavia la grandiosita’ storica e culturale della cugina argentina, basti pensare a quei pochi edifici storici che si incontrano nel centro affiancati da orrende costruzioni moderne. Il tema che ricorre in tutte le conversazioni e’ la “contamination”, ovvero l’inquinamento da cui la citta’ e’ afflitta al punto da non consentire in inverno di vedere la vicina cordigliera andina che fa da scudo, relegando la capitale cilena in una conca dal clima decisamente piu’ piacevole rispetto alle ventose citta’ della costa pacifica.
Complice un bel colpo di fortuna mi sono sistemato presso una famiglia, in Providencia, un barrio residenziale molto tranquillo. Gia’ “la familia”: una tipica famiglia media santiaguina, l’ideale per praticare il mio spagnolo e conoscere usi e costumi della gente…e devo dire che Raquel e Carlos sono stati perfetti in questo! Sempre disponibili alla chiacchiera, gentilissimi e perche’ no, anche bravi cocineri, pardon, cocinera, perche’ alla fine la padrona dei fornelli e’ Raquel!!!
Insomma mi sono imborghesito per bene…il pasto caldo e gli orari fissi ti riportano alla dimensione di cittadino, altro che viaggiatore! Ho approfittato di Santiago per spararmi un bel corso di lingua, una full immersion di due settimane che e’ servita a farmi abbandonare il cocoliche (vedi report precedenti).
Ho rivisto i ragazzi di San Pedro, Nazmi, Kenny, Sabina e Romina, e grazie a loro ho scoperto un sacco di posti interessanti che ovviamente non stanno sulla Lonely Planet, e che per questo forse sono sicuramente piu’ economici e privi di gringos…ad esempio al mercato centrale di Santiago si mangia pesce freschissimo e super economico! 7 dollari per un salmone alla plancia con contorno…gnam gnam!
Sono stato alla Isla Negra, 100km fuori Santiago, a visitare la casa di Pablo Neruda, la casa preferita direi…un deposito di collezioni eccentriche e stravaganti, un poesia sui generis, con un vista sul mare da togliere il fiato, anche oggi che potremmo accessoriare questa opera d’arte con Jacuzzi e tv al plasma.
E ho speso qualche soldino: fare shopping a Santiago o in un’altra capitale europea non e’ molto diverso, sia per il contenuto delle borse che per la moria di dollari…un bagno di sangue e di felicita’ ovviamente. Claro che non potevo e non volevo negarmi il brivido della compera, e cosi’ ho investito qualche pesos in servizi alla persona…il mio look nelle mani e nelle forbici di una pelucchiera peruviana! Anche in viaggio i capelli crescono sapete? in maniera piu’ subdola dei panni sporchi cosi’ che ti svegli una mattina e ti rendi conto che il gel non basta piu a tenere a bada gli alettoni che spuntano ovunque e ti decidi al grande passo, il cortamento del pelo.
Dopo aver visionato una avenida di barbieri vecchio stile, mi sono fatto abbindolare dal mall di Parque Arauco con il suo studio professional di pelucchiere in gonnella e pelucchieri dalla ambigua identita’. Un breve breefing pre-taglio, e via a modellare la mia cabeza con tagli soavi e precisi, come si confa’ a una superstar (in verita’ dubito che la  giovin fanciulla abbia ben compreso la mia richiesta, pero’ nel dubbio meno tagli meno danni fai no?). Alla fine sono uscito abbastanza soddisfatto, lavato e tagliato per 10 dollari in un centro alla moda e’ una bella soddisfazione…ah i capelli ora hanno meno alettoni e la mattina riesco a pettinarmi, anche questa e’ una conquista vero?
Mi dispiace lasciare Santiago, pero’ e’ tempo di muovermi…mi aspetta il sud con i suoi paesaggi da cartolina e ahime’ il suo clima piu’ rigido…nos vemos in Patagonia chicos!

Sogno cileno

Domenica 14 Ottobre 2007

Il Cile questo sconosciuto…prima di arrivare qui ben poco sapevo in verita`del paese, a parte il regime di Pinochet, il buon vino e la produzione del rame. Dopo 20 giorni, tante chiacchierate, e soprattutto un bel po di chilometri macinati da nord a sud, comincio a farmi un`idea piu precisa della nazione e della gente.
Sicuramente e`il paese che piu`di tutti somiglia alla vecchia europa, quella del benessere e dei centri commerciali, dei posti alla moda e delle disparita`sociali… meta`europeo e meta`americano, perche`quaggiu`in fondo al nuovo continente, l’america non e`solo il partner privilegiato negli scambi commerciali, ma anche il modello da imitare nella societa`che va sviluppandosi.
E`opinione comune che dietro alla plata (el dinero) cilena ci siano principalmente le immense risorse naturali che si esportano in tutto il mondo, dal rame alla frutta, dal vino al salmone.
Il paese rimane pero`sostanzialmente “ignorante”, perche`l`accesso alla cultura e`ancora un privilegio di pochi, e il governo pare non faccia nulla per facilitare l`istruzione, ma anzi si sforza di mantenere le disparita` socio-culturali per continuare ad avere la manovalanza necessaria a sfruttare le ricchezze minerarie e agricole.
Sapevate che per accedere all`università pubblica è necessario passare un test di ingresso? Terminata la scuola secondaria, chi vuole proseguire gli studi deve giocoforza sottoporsi a un test di ingresso uguale per tutti, indipendentemente dalla facoltà scelta. Il punteggio del test è il discriminante per entrare in questa o quella università. E le migliori sono qui nella capitale, la Cattolica e la Università del Cile. Chi resta fuori può sempre rivolgersi a una scuola privata, o ritentare l`anno seguente. Il problema è che l`università privata è carissima (come 10.000 USD annui) e non è molto qualificante per le aziende. Al contrario chi esce dall`università pubblica non ha difficoltà a trovare un lavoro, anche se studiare non è propriamente economico…la retta annuale è di circa 4.500 USD. A questi ultimi, tanti cileni aggiungono ulteriori 4.000 USD per pagare ai figli un corso privato di preparazione al test di ingresso…corso che di certo non è obbligatorio, ma che forse aumenta le chances di successo nella roulette che deciderà il futuro dei propri pargoli: o dottori o manovali…tutto in 72 ore, come nei migliori film americani…però gente questo non è un film, questo succede davvero!
Per la cronaca i corsi pre-universitari sono tenuti a classi di 30 persone, e il docente guadagna 8 USD l`ora…chi si intasca il resto del malloppo non lo so, ma è certo che vive a Los Condes (la Beverly Hills di Santiago) e non nel degradato Maipu.
E lo borse studio? semplice: certo che sì, ma vanno in base al reddito e al tipo di facoltà prescelta…quelle scientifiche sono ovviamente privilegiate perchè formano forza lavoro necessaria allo sviluppo del paese, quelle umanistiche…beh, lo sanno tutti no?
Meritocrazia? mi manca…però se non avete il frigo e/o la tv allora siete al di sotto della soglia di povertà e sicuramente avrete diritto a un incentivo per far studiare vostro figlio! come dite?avete ancora quella vecchia scatolona in bianconero di vostro nonno?mmm…niente da fare amici…preparate i dollaroni…susu
Dulcis in fundo, il costo dei libri e’ esagerato, e chi puo’ preferisce comprare nella vicina Mendoza (Argentina), o direttamente al mercatino dell’usato. Il mini dizionario spagnolo-italiano per esempio costa 5 dollari piu’ che in Italia…una Lonely Planet quasi il doppio!!!
Insomma dietro le misteriose vetrate dei caffè con piernas, o sotto i tabelloni coi ricchi menu di McDonald`s si rivela un popolo che ancora non se la passa poi così bene come verrebbe da pensare…certo siamo distanti anni luce dalla Bolivia, e l`Argentina stessa è 20 anni indietro, però la divisione sociale è molto marcata, e l`idea che il sogno cileno duri lo spazio di un test a crocette mi ha onestamente molestato…però anche questo è sud America…