Le due facce del Salar

Le 9 ore che separano Salta da San Pedro de Atacama scorrono velocemente sul bus Geminis, anche se il servizio e’ tutt’altro che buono…una mezz’ora abbondante alla frontiera cilena…e via attraverso una cordigliera andina bellissima, che scollinato il passo di Jama a quasi 4.200 metri, ci porta in picchiata verso San Pedro, a quota 2.400. Giungere in questo luogo fa perdere la concezione dello spazio-tempo: sembra di essere catapultati all’epoca dei pionieri del west…strade sterrate, case di fango, insegne di legno, numeri civici praticamente inesistenti…e una chiesa bianca a dominare la piazza principale. Un posto che senza i turisti probabilmente non avrebbe ragione di esistere, dato che da qui partono un sacco di escursioni per i viaggiatori con zaino in spalla…una vera Mecca per gli “avventurieri” degli altipiani! San Pedro si dice essere la citta’ piu’ cara del Cile…in effetti i prezzi sono paragonabili al nostro Bel Paese…1 ora di internet, e che internet!!!, super veloce, costa 2 bei dollaroni…1 litro e mezzo d’acqua 1,50 USD, una stanza doppia tipo fienile con doccia condivisa e acqua calda da sogno (nel senso che e’ un sogno averla) 24 USD, con il doppio pero’ si ha gia’ un’abitazione molto buona. Tutto ruota intorno al turismo, le agenzie si sprecano e i tour proposti sono come al solito gli stessi…puntiamo per “La valle della luna” e “I laghi dell’altopiano”, riservando per l’ultimo giorno il mitico “Salar de Uyuni”.
“Uyuni? non ricordo di esserci stato…”(Andrea). I due villaggi sono separati dal lago salato piu’ grande del mondo, antipodi pero’ di due mondi completamente diversi. Sembra quasi che il destino si sia divertito col gioco degli opposti, a presentarci a 3 giorni di distanza l’opulenza e la poverta’, il turismo di massa e l’esploratore alla buona, il 2007 e il 1907.
La polvere e i cani randagi che ronfano incuranti di tutto sulle carrettiere sterrate sono forse il punto di contatto di due mondi paralleli che continuano a ignorarsi, complice il gelo tra i rispettivi paesi.
Uyuni riabilita di un botto la tristezza di tante serate passate al bar del quartiere, imprecando di vivere lontani dal divertimento e dalle occasioni della grande citta’. A Uyuni non c’e’ niente. Manca internet veloce, la tv satellitare, l’acqua (non solo quella calda) a tutte le ore, un cinema dove portare la morosa, mancano gli scooter che ti tagliano la strade, e le macchine che suonano (le poche che circolano sono delle agenzie o dei tassisti), e manca pure un supermercato (ci sono solo botteghe e bancarelle per strada). La gente vive di quello che capita, mangia a tutte le ore quei gelati sciolti e risolidificati che fanno bella mostra ai margini della strada, e sicuramente cresce in fretta…i bambini che lavorano nei baretti turistici di piazza Arce non si contano. Scontato aggiungere che tutto e’ incredibilmente cheap.
E non e’ ovviamente facile andarsene…nemmeno per un turista coi dollari in tasca…Come i maestri insegnano, viaggiare significa non avere mai un programma sicuro, si fa e disfa nel corso della stessa giornata…e cosi’ l’itinerario Uyuni-Potosi-Sucre-La Paz-Peru’, diventa Uyuni-Cile…e voi pensate sia facile? sai quando ci arrivi ma non sai quando te ne vai…ahhhh la Bolivia! beata innocenza! dopo 48 ore di promesse, incertezze e perche’ no? delirante sconforto, ecco che come il piu Gastone degli italiani, vinco il biglietto di ritorno sul filo di lana…caccio i 30 USD e salgo sul Toyota che mi riportera’ in Cile…l’agonia del viaggio di ritorno la riservo ai nipotini…ma anche questo e’ viaggiare, o no?

2 Commenti a “Le due facce del Salar”

  1. Nico e Vince scrive:

    Mamma mia ragazzi abbiamo proprio l’impressione che li vi state divertendo un sacco. Guardando l’ultima foto però ci sembra che Frà sia un pò dimagrito (quest’anno io alleno e mi serve una punta… peccato che quando torni il campionato è finito NICO) mentre le foto di Andre sul suo sito latitano.
    Ragazzi siate i nostri Idoli.
    Ciao Vince e Nicola

  2. matteo scrive:

    Bellissimo!
    In attesa di racconti cileni.
    Matteo

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